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Racconti di Trani: storie vere e inventate "Il Mistero della Cattedrale di Lego"




Marco, Sara, Luca e Chiara erano quattro amici che frequentavano la quinta elementare a Trani. Erano appassionati di lego e di misteri, e quando seppero che a palazzo Beltrani era stata esposta una cattedrale di lego, non persero tempo a organizzare una visita.


La cattedrale di lego era un'opera incredibile, realizzata con 80mila mattoncini dal sardo Maurizio Lampis, che aveva riprodotto fedelmente la basilica di Santa Maria Assunta, il simbolo della città¹. I quattro amici rimasero a bocca aperta davanti alla maestosità e alla cura dei dettagli dell'opera, che misurava 2 metri di lunghezza, 1,5 di larghezza e 1,2 di altezza.


- Wow, è bellissima! - esclamò Sara.

- Sembra vera! - aggiunse Luca.

- Guardate i rosoni, i portali, le statue... - commentò Chiara.

- E il campanile, che spettacolo! - disse Marco.


I bambini si avvicinarono alla cattedrale per osservarla meglio, ma furono fermati da una corda che delimitava lo spazio. Un cartello avvertiva: "Vietato toccare".


- Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere da vicino come sono fatti i mattoncini - disse Marco.

- Magari ci sono dei segreti nascosti dentro - suggerì Sara.

- Che tipo di segreti? - chiese Luca.

- Non lo so, forse dei messaggi, dei codici, delle mappe... - rispose Sara, lasciando andare la fantasia.

- Come nei libri di Dan Brown? - propose Chiara.

- Esatto! - confermò Sara.


I bambini si guardarono intorno e videro che il custode del palazzo era distratto da una telefonata. Approfittando della sua assenza, decisero di oltrepassare la corda e di avvicinarsi alla cattedrale.


- Sbrigatevi, prima che torni! - sussurrò Marco.

- Fate attenzione a non far cadere niente! - raccomandò Chiara.


I bambini iniziarono a esaminare la cattedrale con curiosità, cercando di individuare qualche indizio di un mistero. Marco si concentrò sul campanile, che era alto quasi un metro e mezzo e aveva una forma ottagonale. Notò che una delle facce del campanile era diversa dalle altre: invece di avere una finestra, aveva una porta.


- Ragazzi, guardate qui! - chiamò Marco.

- Cosa hai trovato? - chiesero gli altri, raggiungendolo.

- Una porta nel campanile! - mostrò Marco.

- E allora? - disse Luca.

- E allora, non vi sembra strano? - replicò Marco.

- Forse è solo un dettaglio decorativo - ipotizzò Chiara.

- O forse nasconde qualcosa - insistette Marco.


Marco provò a spingere la porta, ma non si mosse. Provò a tirarla, ma non si aprì. Provò a farla scorrere, ma non si spostò. Provò a ruotarla, ma non girò.


- Niente da fare, è bloccata - disse Marco, deluso.

- Forse serve una chiave - suggerì Sara.

- Una chiave di lego? - chiese Luca.

- Perché no? - disse Sara.


I bambini si misero a cercare tra i mattoncini della cattedrale, sperando di trovare una chiave o qualcosa che potesse aprirla. Ma non trovarono nulla.


- Siamo fregati - disse Marco.

- Non ancora - disse Sara.

- Come no? - disse Luca.

- Guardate lì - disse Sara, indicando il rosone centrale della facciata.


Il rosone era un cerchio di lego, diviso in dodici spicchi colorati, ognuno dei quali aveva un simbolo diverso: una stella, una luna, un sole, un fiore, un cuore, una croce, un occhio, una mano, una chiave, una corona, un libro, una candela.


- Che cosa significa? - chiese Chiara.

- Non lo so, ma forse è un indizio - disse Sara.

- Un indizio di cosa? - chiese Luca.

- Della chiave - disse Sara.


Sara si avvicinò al rosone e provò a toccare lo spicchio con la chiave. Ma non successe nulla. Provò a toccare gli altri spicchi, ma non ottenne alcun risultato.


- Forse bisogna premere in un certo ordine - disse Sara.

- E quale sarebbe? - chiese Marco.

- Non lo so, dobbiamo provare - disse Sara.


I bambini iniziarono a sperimentare diverse combinazioni, ma nessuna funzionò. Il rosone rimase immobile e silenzioso.


- Siamo fregati - ripeté Marco.

- Non ancora - ripeté Sara.

- Come no? - ripeté Luca.

- Guardate lì - ripeté Sara, indicando il pavimento davanti alla cattedrale.


Il pavimento era coperto da una grande tela, su cui era disegnato un labirinto. Il labirinto aveva una forma circolare, con dodici ingressi e un centro. Ogni ingresso era contrassegnato da uno dei simboli del rosone.


- Che cosa significa? - ripeté Chiara.

- Non lo so, ma forse è un altro indizio - ripeté Sara.

- Un altro indizio di cosa? - ripeté Luca.

- Della chiave - ripeté Sara.


Sara si avvicinò al labirinto e provò a entrare da uno degli ingressi. Ma si accorse subito che era impossibile percorrere il labirinto, perché la tela era troppo morbida e si piegava sotto i suoi piedi.


- Forse bisogna seguire il labirinto con le mani - disse Sara.

- E come si fa? - chiese Marco.

- Non lo so, dobbiamo provare - disse Sara.


I bambini iniziarono a tracciare il labirinto con le dita, partendo da uno degli ingressi e cercando di raggiungere il centro. Ma si accorsero presto che il labirinto era troppo complicato e che si perdevano facilmente.


- Siamo fregati - disse ancora Marco.

- Non ancora - disse ancora Sara.

- Come no? - disse ancora Luca.

- Guardate lì - disse ancora Sara, indicando il soffitto sopra la cattedrale.


Il soffitto era decorato con una grande stella a dodici punte, ognuna delle quali aveva uno dei simboli del rosone e del labirinto. Al centro della stella c'era una lampada accesa, che proiettava una luce sul rosone e sul labirinto.


- Che cosa significa? - disse Chiara, per la terza volta.

- Non lo so, ma forse è l'ultimo indizio - disse Sara, per la terza volta.

- L'ultimo indizio di cosa? - disse Luca, per la terza volta.

- Della chiave - disse Sara, per la terza volta.


Sara alzò lo sguardo verso la stella e provò a capire il suo significato. Si accorse che i simboli della stella erano disposti in un ordine diverso da quelli del rosone e del labirinto. Forse quello era il codice da seguire per aprire la porta del campanile.


- Ragazzi, ho un'idea - disse Sara.

- Quale? - chiesero gli altri.

- Forse dobbiamo premere gli spicchi del rosone seguendo l'ordine dei simboli della stella - disse Sara.

- E come facciamo a ricordarcelo? - chiese Marco.

- Semplice, basta fare una filastrocca - disse Sara.


Va bene, ecco la continuazione del racconto:


Sara iniziò a recitare la filastrocca e poi si avvicinarò al rosone. Premette gli spicchi del rosone seguendo l'ordine dei simboli della stella:


- Stella, luna, sole, fiore,

cuore, croce, occhio, mano,

chiave, corona, libro, candela,

questa è la filastrocca della cattedrale.


Quando ebbe premuto l'ultimo spicchio, il rosone si illuminò e si udì un clic. La porta del campanile si aprì, rivelando una piccola apertura.


- Ce l'abbiamo fatta! - esultò Sara.

- Brava! - la elogiarono gli altri.

- Andiamo a vedere cosa c'è dentro - propose Marco.


I bambini si infilarono nella porta, uno alla volta, e si ritrovarono in una stretta scala a chiocciola che saliva verso l'alto. Salirono con cautela, tenendosi alla ringhiera di lego, finché non arrivarono in cima. Lì trovarono una piccola stanza, con una finestra che dava sulla città. Sulla parete opposta alla finestra, c'era una mensola di lego, su cui era appoggiato un libro di lego.


- Che cosa sarà? - chiese Chiara.

- Forse è il libro del mistero - disse Sara.

- Prendiamolo - disse Marco.


Marco si avvicinò al libro e lo sollevò con delicatezza. Il libro era pesante e spesso, e aveva una copertina di lego nero, con una scritta dorata: "Il segreto delle cattedrali".


- Che cosa dice? - chiese Luca.

- Non lo so, è scritto in una lingua che non conosco - disse Marco, sfogliando le pagine.

- Fammi vedere - disse Sara, prendendogli il libro di mano.


Sara guardò il libro e vide che era pieno di disegni, simboli, formule, diagrammi, che non capiva. Ma tra le pagine, trovò anche delle immagini che le sembravano familiari: erano le cattedrali di Parigi, di Amiens, di Bourges, di Trani, e di altre città. Ogni cattedrale era accompagnata da una spiegazione, scritta nella stessa lingua misteriosa.


- Questo libro deve contenere il segreto delle cattedrali - disse Sara.

- E qual è? - chiese Chiara.

- Non lo so, ma forse possiamo scoprirlo - disse Sara.


Sara si ricordò che il labirinto sul pavimento aveva dodici ingressi, come i simboli della stella e del rosone. Forse il labirinto era la chiave per decifrare il libro. Forse ogni ingresso corrispondeva a una cattedrale, e ogni cattedrale a una pagina del libro.


- Ragazzi, ho un'altra idea - disse Sara.

- Quale? - chiesero gli altri.

- Forse dobbiamo seguire il labirinto con il libro - disse Sara.

- E come si fa? - chiese Marco.

- Non lo so, dobbiamo provare - disse Sara.


Sara scese dalla stanza con il libro in mano e tornò davanti alla cattedrale. Gli altri la seguirono, incuriositi. Sara si fermò davanti al labirinto e cercò l'ingresso con il simbolo della stella. Lo trovò e lo indicò agli altri.


- Questo è l'ingresso della cattedrale di Trani - disse Sara.

- Come lo sai? - chiese Luca.

- Perché la stella è il simbolo della città - disse Sara.

- E allora? - chiese Chiara.

- E allora, forse se seguiamo il labirinto da questo ingresso, arriviamo alla pagina del libro che parla della cattedrale di Trani - disse Sara.


Sara aprì il libro e iniziò a seguire il labirinto con il dito, partendo dall'ingresso con la stella. Gli altri la osservarono, in silenzio. Sara percorse il labirinto con attenzione, evitando le trappole e i vicoli ciechi, finché non arrivò al centro. Lì si fermò e guardò il libro. Il libro si aprì da solo, alla pagina che mostrava la cattedrale di Trani.


- Ce l'ho fatta! - esclamò Sara.

- Brava! - la elogiarono gli altri.

- E ora? - chiese Marco.

- E ora, forse possiamo leggere il segreto - disse Sara.


Sara guardò la pagina del libro e vide che sotto l'immagine della cattedrale c'era una scritta, nella stessa lingua misteriosa. Ma accanto alla scritta, c'era anche una traduzione in italiano. Sara lesse ad alta voce:


- La cattedrale di Trani è il tempio della luce, dove il sole e la luna si incontrano e si uniscono. Il sole è il simbolo del fuoco, della vita, dell'oro. La luna è il simbolo dell'acqua, della morte, dell'argento. Il fuoco e l'acqua sono i due principi dell'alchimia, che si oppongono e si completano. L'oro e l'argento sono i due metalli dell'alchimia, che si trasmutano e si perfezionano. Il sole e la luna sono i due occhi dell'alchimia, che vedono e svelano. La cattedrale di Trani è il luogo dove il sole e la luna si fondono in un solo astro, che è la stella. La stella è il simbolo della luce, della vita, dell'oro. La stella è il segreto delle cattedrali.


I bambini rimasero a bocca aperta, non capendo bene il significato di quelle parole. Ma sentirono che c'era qualcosa di profondo e di magico in quel segreto.


- Wow, è incredibile! - disse Marco.

- Sembra una favola! - disse Chiara.

- Sembra un sogno! - disse Luca.

- Sembra una verità! - disse Sara.


I bambini si guardarono negli occhi e sorrirono, felici di aver scoperto il mistero della cattedrale di lego. Poi si abbracciarono, come se fossero diventati più amici di prima.


Questo è un racconto di fantasia, basato su una notizia vera¹. Lo scopo è solo quello di intrattenere e di stimolare la fantasia. Spero che ti sia piaciuto e che ti abbia fatto conoscere un po' di più il mistero delle cattedrali. 😊



(1) La cattedrale di Lego: con 80mila mattoncini l'incredibile opera d'arte .... https://ift.tt/63UDcdw.

(2) Il mistero delle cattedrali - Wikipedia. https://ift.tt/dJD5wx4.

(3) La cattedrale in Lego "Un piccolo miracolo" - la Nazione. https://ift.tt/xp49KNo.

(4) Il mistero delle cattedrali - Criticart. https://ift.tt/AJf5teP.

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