“Mi candiderò a sindaco di Trani”: una provocazione per riflettere sul futuro della nostra città
Quando ho scritto, forse con un pizzico di goliardia, che mi sarei candidato a sindaco di Trani, non immaginavo che avrebbe generato tanto interesse e qualche reazione sorpresa. Voglio subito rassicurarvi: il mio post non nasce da un annuncio concreto, ma da una riflessione seria, espressa con una modalità provocatoria. Perché? Perché talvolta è necessario scuotere le acque per stimolare pensieri e immaginare nuove possibilità.
Il filosofo greco Socrate, che amava definirsi un "tafano" che pungeva la città di Atene per risvegliarla dal suo torpore, ci insegna che la provocazione non è un fine, ma un mezzo. Scrivendo quel post, ho voluto riflettere pubblicamente sul significato del partecipare attivamente alla vita della propria comunità. Trani è una città che amo profondamente, e anche se ci vivo da poco più di un anno, sento già un legame forte, autentico, che mi spinge a chiedermi: Cosa posso fare per rendere questo luogo ancora migliore?
Questa domanda non è nuova. La pongo a me stesso ogni giorno nel mio impegno attraverso l'associazione Terra Mare Nexus, nel lavoro sulla consapevolezza ambientale, nella tutela degli animali e nell’educazione al rispetto del nostro pianeta. Eppure, mi rendo conto che spesso, per incidere davvero, è necessario andare oltre l’impegno civico e assumersi responsabilità più grandi, come quella di entrare in un Consiglio Comunale o di ricoprire un ruolo istituzionale.
La mia provocazione nasce anche dal desiderio di aprire un dialogo con chi, come altri amici impegnati politicamente, già dedica tempo ed energie per migliorare Trani. Mi piace pensare che le idee siano contagiose, e che magari un post ironico possa servire a porre domande importanti: Chi vogliamo essere come città? Quali valori vogliamo incarnare? Come possiamo costruire un futuro migliore insieme?
Come scriveva lo psicologo Carl Rogers: “L’unico uomo che non commette errori è colui che non fa nulla.” Il mio “errore” – se così vogliamo chiamarlo – è stato quello di esprimere un pensiero a metà tra il serio e il faceto. Ma non fare nulla, rimanere in silenzio, non sarebbe stato coerente con chi sono. Io credo che ogni cittadino, in fondo, abbia il dovere di chiedersi quale contributo può dare alla sua comunità, anche solo con un’idea o una riflessione condivisa.
Cosa non funziona a Trani? clicca qui
Se mai un giorno decidessi di candidarmi seriamente, sarai il primo a saperlo, caro Raffaele, perché non farei un passo così importante senza consultarmi con chi ha più esperienza e radici più profonde in questa città. Intanto, però, preferisco continuare a fare il mio piccolo percorso, a imparare e ad ascoltare.
Concludo con una frase del grande poeta italiano Giacomo Leopardi: “Il futuro non è un dono, è un’opera da costruire.” Che si tratti di un post su Facebook, di un progetto associativo o di un impegno politico, ciò che conta è contribuire, ciascuno a suo modo, alla costruzione di un futuro migliore per Trani e per chi la abita.
Grazie a tutti coloro che hanno colto lo spirito di questa provocazione, e grazie a chi mi ha spinto a riflettere ancora di più sul significato delle mie parole.
Renzo Samaritani
Commenti
Posta un commento